La Storia

Ciao uagliò (tipica frase del trentino),
mi chiamo Gino Formisano, ma per tutti sono Zio Gino Bike e sono l’inventore di Santo Babà.

Una delle cose che amo fare è viaggiare (soprattutto in bici). Ho fatto davvero parecchi viaggi.
Parigi – Amsterdam sulle due ruote, ho girato le Canarie in bicicletta, Napoli – Sicilia by bike.

Ho avuto la fortuna di viaggiare sin da piccolo.

Mio padre lavorava per le ferrovie e, avevamo la ciorta di non pagare il treno.

Ricordo viaggi molto lunghi, estremamente belli per raggiungere alcune città, come Genova, Torino, Milano, Nizza. Ho continuato negli anni a farlo.
I miei genitori mi hanno trasmesso la voglia di esplorare.
Ho visitato sia l’Italia che l’estero.
Sono stato in molte città Europee, mettendo piedi anche fuori dalle classiche mete, sono stato in Uganda, in Messico.
Ho sempre trovato nel viaggio un mezzo per confrontarmi, per capire le altre culture, per vedere altre realtà rispetto alla mia.

Bella la storia, però voglio subito Santo Babà

In giro per il mondo ho provato cibi molto diversi rispetto alla nostra cultura gastronomica.
Ho assaggiato la carne di squalo, ho bevuto e masticato un miscuglio di erbe (il macha), ho bevuto foglie di Coca in una tisana, ho mangiato una piadina cotta con il calore della sabbia in Tunisia.

Ho avuto la fortuna di fare tante esperienze in giro per il mondo, ma… mi mancava sempre qualcosa.

Un giorno non potrò mai dimenticarlo, stavo percorrendo Parigi –Amsterdam in bici e dopo aver mangiato per l’ennesima volta minestrine e crepes, desideravo qualcosa di italiano, di napoletano.
Mi bastava anche un bel piatto di pasta, nu fatt semplice, qualcosa che parlasse la mia stessa “lingua”.

Come un miraggio vedo un’insegna tricolore da lontano.

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L’insegna recitava “Da Diego, Ristorante Napoletano”, la risposta alle mie domande.
Già mi gustavo un ricco piatto di spaghetti, tipo quelli che faceva mia nonna la domenica a pranzo, con qualche fronna di basilico e un po’ di parmigiano.
Mi siedo, ordino. Niente di ciò che avevo in testa, N-I-E-N-T-E.
La pasta era scotta, bianca e stracotta, come se fosse stata lasciata bollire anche dopo la cottura ed il sugo, NO COMMENT!!

Una pessima esperienza che per fortuna non rispecchia sempre la cucina napoletana nel mondo.

Un’esperienza però che mi ha fatto capire ancora di più che Napoli non è questa, non è questa la città che voglio vedere in giro per il mondo. Durante i miei viaggi quando trovavo attività simile a “Da Diego, Ristorante Napoletano”, mi prendeva lo sconforto. In quei momenti, in quei giorni, mi mancava la mia terra. In quelle occasioni cercavo un sapore familiare, coccos ca me purtasse a casa.

Cercavo la mia bella Napoli, cercavo una sensazione che mi accompagnasse sul Vesuvio, un gusto che mi portasse a Piazza Plebiscito, qualcosa che mi facesse fare due chiacchiere con Totò o con Maradona.

Cumpagn mij, non immagini quante volte la cercavo e quante sere, lontano da casa, in un letto freddo, avevo bisogno di un po’ di calore, e n’abbraccio che solo chi te vò bene ti può donare. E tu mi capisci bene, la lontananza sai è come il vento diceva Domenico Modugno.

Dopo l’ennesimo viaggio, questa volta a Praga, nella Repubblica Ceca, e l’ennesimo buco nell’acqua in una pasticceria con l’insegna napoletana che vendeva, a detta sua, le sfogliatelle, che però invece della crema e della ricotta all’interno avevano una crema di mele, mi metto in testa che Napoli non è questa.
Ed allora penso, viaggio e penso, continuo la mia vita e penso a come portare un pezzo di Napoli nel mondo.

Decido così di creare qualcosa che possa essere uguale sia a Napoli, che in qualsiasi altra parte del mondo, che non ne venisse alterato il sapore e la consistenza.

Un liquore. Un liquore con il dolce simbolo di Napoli, il babà. Un liquore al babà

Dopo un anno di test, prove, capate nel muro creo la formula di Santo Babà.

Un equilibrio perfetto, appena apri la bottiglia senti l’odore dl babà, all’olfatto non è invadente come spesso capita con i liquori a base crema e soprattutto non è aggressivo alla gola ed alla bocca dello stomaco.

Quando l’ho creato ho subito pensato:

QUESTO LIQUORE E’ NAPOLI.

Questo liquore è Napoli, ha la speranza di chi crede ancora nei sogni, la bellezza di una passeggiata a Mergellina, il fascino di Piazza del Plebiscito.

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Dopo averlo creato faccio delle prove. Lo faccio assaggiare ad amici, parenti, ad alcune persone che lavorano nell’horeca. UN SUCCESSONE. Piace a tutti ed a tutti ricorda Napoli.

Non ci potevo credere. Avevo inmano la soluzione alla domanda che mi ponevo da anni.

Ti fa’ senti’ subbit’ ‘a Napul’, ti scalda il cuore.
Un liquore che ti abbraccia proprio come una nonna, che sa di famiglia, di casa, di radici, un liquore che parla un’unica lingua, quella di chi Ama Napoli e ‘a ten’ dint’ ‘o cor’.

E quale nome migliore se non Santo Babà per un liquore che a detta di molti “ti porta in Paradiso” e di Napoli, una città molto devota ai santi e soprattutto a San Gennaro.

Abbiamo poi preso San Gennaro, lo abbiamo stilizzato, lo abbiamo reso cartoon ed abbiamo creato un’etichetta ed un packaging bellissimi che saltano subito all’occhio e vengono ricordate da tutti i clienti.

Abbiamo creato i santini che piacciono proprio a tutti e che le persone conservano gelosamente nel portafoglio o dietro la cover del cellulare

Ma non ti voglio spoilerare tuto… ti dico solo che in quasi un anno Santo Babà ha fatto tornare a Napoli migliaia di persone.

Questa è la storia di SANTO BABA’. La mia storia.
La storia di un ragazzo che ama viaggiare, un ragazzo che ama Napoli e vuole portare in giro per il mondo nu pezzettino ra città cchiu’ bella ro munn’.